Crypto: Il sito della memecoin PEPE reindirizza a un link dannoso
Con l’avvicinarsi della fine del 2025, il mondo crypto fatica a riprendere fiato. In un clima saturo di volatilità e scandali, una cosa persiste: gli hack. L’ultimo episodio? Il sito ufficiale di PEPE, una famosa memecoin, è stato compromesso. Un allarme che ormai non sorprende più nessuno ma che continua a causare danni. Gli investitori oscillano tra stanchezza e negazione, mentre gli hacker affinano le loro trappole. E ancora una volta, hanno usato una vecchia conoscenza: Inferno Drainer.
In breve
- Il sito PEPE reindirizzava a un portale falso progettato per svuotare i wallet crypto collegati.
- Inferno Drainer, uno strumento di hacking dato per morto, ora infetta 2.400 DApp a settimana.
- Nonostante l’attacco, il prezzo del token PEPE è salito del 4% in 24 ore.
- Gli hacker sfruttano interfacce legittime per ingannare gli utenti crypto meno consapevoli.
Quando uno strumento “nato morto” rinasce: il caso PEPE e il “fantasma” Inferno Drainer
Blockaid, una società di cybersecurity, ha rilevato codice malevolo sul sito ufficiale di PEPE. Questo compromesso del front-end reindirizza i visitatori a un sito falso, che svuota i wallet iniettando uno script invisibile. La parte più ironica? Il software incriminato, Inferno Drainer, aveva annunciato il suo “ritiro” alla fine del 2023.
Ma nel 2024, lo strumento ha triplicato la sua intensità: da 800 DApp infettate a settimana a 2.400, secondo Blockaid.
Il sistema di Blockaid ha identificato un attacco front-end su Pepe. Il sito contiene codice simile a Inferno Drainer.
Blockaid
Gli scammer non si accontentano più dei cloni. Violano l’interfaccia originale, sfruttando la familiarità degli utenti con le piattaforme ufficiali. L’esca? Airdrop, ricompense false, bonus fittizi. L’aspetto legittimo inganna, e i permessi di transazione vengono concessi… senza pensarci.
La parte più subdola? Questi script si attivano non appena un wallet viene collegato, senza richiedere alcuna azione visibile. In sostanza, l’utente sta validando il saccheggio dei propri fondi. PEPE non è l’unico bersaglio. Altri progetti crypto sono stati attaccati tramite questo metodo insidioso, soprattutto su X, con link fraudolenti pubblicati su account compromessi.
Perché il mercato crypto resta impassibile: PEPE, fuga di fondi ma niente panico
Nonostante questo hack, il prezzo di PEPE è salito del 4% nelle ultime 24 ore. Un contrasto sorprendente rispetto alla gravità dell’attacco. Nessun crollo, nessun panico nei forum. In un anno, il token ha perso oltre il 77% del suo valore. La spiegazione? L’effetto “pesce rosso” del mercato crypto.
L’universo delle memecoin, alimentato dalla speculazione, assorbe male i segnali deboli. Finché la volatilità è redditizia, gli incidenti passano in secondo piano. Nessuna dichiarazione dal progetto PEPE è stata ancora pubblicata, ma le piattaforme continuano a offrire il token senza particolari avvisi.
Diversi esperti evidenziano un pericolo latente: gli effetti reputazionali potrebbero emergere più avanti, impattando la liquidità e le soglie di liquidazione su alcune piattaforme. Alcuni exchange potrebbero rivedere le proprie metriche di rischio, influenzando più a fondo il mercato.
Gli utenti sono in prima linea. Esistono protezioni: estensioni di sicurezza, verifica incrociata dei link, rifiuto delle connessioni automatiche… ma pochi le applicano. In un mondo dove un semplice click può svuotare tutto, la cautela resta minoritaria.
Cifre chiave da ricordare nel mondo crypto
- 2.400 nuove DApp infettate da Inferno Drainer ogni settimana nel 2024;
- PEPE: +4% in 24h nonostante l’attacco;
- Prezzo attuale di PEPE : $0.000004449;
- -77% di performance per PEPE negli ultimi 12 mesi;
- L’exploit ha colpito il front-end, rendendo il sito originale pericoloso senza alcun indizio visivo;
- Blockaid ha lanciato l’allerta, ma nessuna risposta pubblica dal progetto PEPE fino ad oggi.
A differenza di questo caso PEPE, altrove si è accesa una luce: gli sviluppatori di Yearn Finance sono riusciti a recuperare 2.4 milioni di dollari rubati attraverso una missione di salvataggio senza precedenti. Dimostra che anche all’ombra degli hack, alcuni team crypto continuano a lottare.
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